PAI – Amministrazione comunale cieca, muta e sorda

Rimane sempre alta l’attenzione e la preoccupazione per l’aggiornamento a scala comunale del Piano di Assetto Idrogeologico. Mercoledì abbiamo partecipato ad un incontro organizzato dal Comitato Zonale Nurra, in cui vi erano invitati i cittadini e le forze politiche tutte.
Purtroppo, tutto il panorama istituzionale di maggioranza che sostiene il Sindaco era, colpevolmente, assente ad ascoltare i rappresentanti del Comitato, che hanno illustrato dettagliatamente le criticità del lungo iter tecnico e burocratico del Piano.
Da quanto evidenziato, lo studio approvato, provocherebbe conseguenze nefaste all’intero comparto produttivo d’eccellenza, linfa vitale di un vasto territorio, andando a danneggiare direttamente molte aziende, più di 150 nuclei familiari e, indirettamente, tutto l’indotto.
Dalle carte presentate e dai primi studi commissionati dal Comitato, emergerebbe una consistente e sovrastimata valutazione del rischio di dissesto idrogeologico nello studio effettuato dal Comune. Sopravvalutazione che determina e si traduce in un eccesso di aree vincolate, queste, conseguentemente, andrebbero a danneggiare gravemente importanti attività produttive, specie vitivinicole, che ad oggi, rappresentano il motore economico dell’intera area.
Per inciso, il Piano in discussione riguarda l’intero territorio comunale algherese, non solo la zona della Bonifica, andando a incidere in maniera significativa, anche alla luce delle ultime regole regionali [Leggi], su tutte le aree classificate ad alto rischio.
L’amministrazione comunale dimostra, ancora una volta, di essere sorda, oltre che cieca, in risposta a proteste documentate e ben argomentate. Sembra evidente, purtroppo, che non voglia metter in discussione uno studio che sembrerebbe fare acqua da tutte le parti, incaponendosi nelle sue posizioni, non rendendosi conto, o rimanendo consapevolmente sorda, evidentemente, del danno che arrecherà, nonostante le chiare, indiscutibili, emblematiche osservazioni arrivate, anche, dalla autorità regionale competente [Leggi].
Il Comitato, non scoraggiato dall’atteggiamento dell’Amministrazione, è intenzionato ad andare avanti, ma dovrà sostenere ingenti spese per far realizzare uno studio di dettaglio in un’area pilota e per sostenere le spese legali. Per raggiungere questo scopo, ha deciso di autoquotarsi e di chiedere un libero contributo a chi voglia aiutarli, così da raggiungere la cifra di 30 mila euro.
Tutto questo perché qualcuno vuol approvare pur di approvare, senza fermarsi un attimo a ragionare, assolutamente refrattario alle conseguenze.
Come consiglieri comunali, portavoce e attivisti del Movimento 5 stelle, sosteniamo i cittadini che, con impegno e dedizione, lavorano per tutelare gli interessi di tutti.
Il Piano di assetto idrogeologico è uno strumento necessario e fondamentale per la sicurezza di tutti, ma deve essere realmente ed attentamente ben calibrato.
Infatti, come spesso avviene, oltre agli “effetti collaterali” di depauperamento delle potenzialità produttive, quando per “sicurezza” si elevano gli indici di rischio, anziché aumentare la percezione della pericolosità, si ottiene l’effetto contrario di minimizzarla.

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Questo è l’IBAN del Comitato Zonale della Nurra, per chi volesse contribuire con un offerta libera alle spese sostenute per lo studio
conto corrente: n.1000/00159764
iban: IT62U0335901600100000159764
intestazione: COMITATO ZONALE NURRA

Una risposta a “PAI – Amministrazione comunale cieca, muta e sorda”

  1. Sviluppo sostenibile
    Secondo la definizione proposta nel rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Commissione Bruntland) del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri».
    Il concetto di sostenibilità, in questa accezione, viene collegato alla compatibilità tra sviluppo delle attività economiche e salvaguardia dell’ambiente.
    C’è da chiedersi se quanto sopra sia realizzabile, e in quale misura. L’unica attività compatibile con la definizione è quella agroalimentare, in quanto tutte le attività industriali impiegano materie prime che, nella migliore delle ipotesi, possono essere riciclate, ma mai al 100%. Per esempio, tutto il ferro prodotto dai minerali potrà essere riciclato, tranne quello diventato ruggine. Ed è ovviamente impossibile il ripristino delle cave e delle miniere. Ma anche la sostenibilissima agricoltura è diventata, per dar da mangiare a tutti, un’industria: e questo, purtroppo, significa che sviluppo sostenibile è solo una sigla pubblicitaria per un fine irraggiungibile. Solo la politica può prestarsi a sponsorizzare un fine irraggiungibile: ogni amministratore che proponga lo sviluppo sostenibile, nel migliore dei casi, se è sincero, non sa di che parla. L’unica cosa che può preparare il futuro delle prossime generazioni è l’intelligenza di quelle presenti. Che porta a studiare ogni possibile via per il risparmio di materie prime ed energia, evitando ogni spreco. In pratica: ogni opera pubblica dovrebbe essere progettata con le tecniche più redditizie, e durature. Un concetto che i nostri amministratori non sono in grado di recepire, basta osservare le opere pubbliche realizzate negli ultimi decenni, e in corso d’opera.

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