Scelte politiche sbagliate… e a pagare sono i contribuenti algheresi

Nel luglio 2016, poco più di due anni fa, dopo l’approvazione da parte della maggioranza della delibera per l’assegnazione della riscossione coattiva, in un nostro comunicato [Leggi] scrivemmo: “non possiamo che essere molto preoccupati per i risvolti che questa decisione potrebbe avere per il futuro di molti cittadini algheresi che dovrebbero essere, da chiunque governa (con noi lo sarebbero), salvaguardati.”

Sicuri però che non avrebbero capito quanto da noi asserito, ci spingemmo addirittura oltre analizzando attentamente i costi-benefici di un’operazione scellerata come l’esternalizzazione, arrivando a scrivere: “E’ infatti assolutamente incredibile pensare di appaltare ad una ditta esterna la riscossione coattiva quando, con una piccola parte dei soldi risparmiati con la gestione interna della riscossione ordinaria, si potrebbe tranquillamente creare un ufficio interno alla Secal che si possa occupare appunto di quella Coattiva, raggiungendo dunque due obiettivi strategici per chiunque voglia governare una città salvaguardando gli interessi della collettività. Il primo sarebbe quella di poter creare un servizio a costo zero (vedi investimento fatto con soldi risparmiati), il secondo quello di creare nuovi posti di lavoro in una città che vede un incremento nel numero di disoccupati.”

Nonostante questo il Consiglio comunale, grazie al voto favorevole dei Consiglieri di maggioranza e del nostro Sindaco, approvò l’esternalizzazione della riscossione coattiva.
Purtroppo, aggiungiamo noi, visto che i risultati odierni dimostrano in maniera palese quanto avessimo ragione. In questi giorni infatti è scoppiata la bomba delle “cartelle pazze” che ha sconvolto molti imprenditori e tantissimi singoli cittadini algheresi i quali si sono trovati sotto l’albero di natale richieste di pagamento esorbitanti, in alcuni casi di centinaia di migliaia di euro.

Per correre tardivamente ai ripari l’amministrazione comunale, costretta da una vera e propria rivolta popolare, ha convocato la società di riscossione per cercare di porre rimedio a una situazione fuori controllo a cui noi abbiamo chiesto di porre rimedio con l’immediata sospensione di tutti gli avvisi di pagamento in regime di autotutela. Apprendiamo dalle notizie di giornale che l’amministrazione avrebbe raggiunto un accordo con la società di riscossione per la “verifica dei circa 400 avvisi emessi per il 2013 e annullamento di tutti quelli per gli anni successivi.” e che abbia espresso la volontà per “l’accoglimento delle richieste di annullamento di una buona parte degli avvisi notificati alle aziende”.

Capiamo le difficoltà di un Sindaco che rischia di vedere svanire la possibilità di riscuotere i crediti non riscossi del 2013 che tra un mese saranno prescritti e che, magari, ne dovrà rispondere di fronte alla Corte dei Conti, ma non possiamo che ribadire che tutto questo è figlio di scelte “scellerate” fatte dalla sua stessa persona solo due anni fa.

Precisiamo che noi vogliamo un fisco giusto e che tutti paghino per permettere a tutti di pagare meno, ma il quadro che viene fuori da questa situazione non sembra né giusto né corretto. Infatti, per la stragrande maggioranza dei casi, non si tratta di evasori che non hanno pagato quanto dovuto, ma di un ricalcolo postumo dei tributi (già pagati) per una diversa interpretazione delle superfici quale base impositiva della tassazione.

Detto questo non possiamo che porci alcune domande, a questo punto: chi pagherà la Step per il servizio finora svolto? Le verifiche degli avvisi emessi per il 2013 saranno estese a tutti o solo alle imprese? Cosa succederà, visti i tempi ristretti, se la verifica si protrarrà fino alla decorrenza dei termini rendendo complessi eventuali ricorsi? L’amministrazione sta tenendo conto anche delle difficoltà in cui ha posto i semplici cittadini che, una volta pagato regolarmente i tributi, si sono visti arrivare pagamenti extra per i ricalcoli delle superfici, che possono variare da qualche centinaia di euro a migliaia di euro, destabilizzando così le già fragili economie familiari?

Nel frattempo, in attesa di ricevere le risposte a domande che tutti i cittadini si stanno ponendo, non possiamo che sottolineare come ci dispiaccia aver letto che “l’unico” ad aver pagato pegno per questo scempio sia l’assessore alle finanze, l’avv. Gavino Tanchis, che con grande signorilità ha rassegnato le proprie dimissioni. Non ci sorprende, invece, constatare che ancora una volta il nostro Sindaco, che questa operazione l’ha avallata sin dall’inizio con il suo voto favorevole in Consiglio comunale e, nonostante non abbia controllato l’operato del suo assessore, addossandogli tutte le colpe, cerchi adesso di uscirne pulito quando dovrebbe essere il primo a rassegnare le proprie dimissioni, considerato che a lui è imputabile l’intera gestione amministrativa.