Il Consiglio Comunale di Alghero ha approvato l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Giusy Piccone (M5S) per l’introduzione di un salario minimo negli appalti comunali.
La misura, che rappresenta un importante passo avanti per la tutela dei lavoratori nel territorio comunale, impegna l’amministrazione ad inserire nei bandi di gara e nei contratti pubblici la precondizione di un salario minimo orario di 9 euro per tutti i lavoratori impiegati negli appalti comunali e nelle società partecipate.
L’ordine del giorno prevede inoltre l’istituzione di un Protocollo d’intesa sugli appalti con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e l’implementazione di un sistema di monitoraggio semestrale per verificare il rispetto delle condizioni contrattuali.
“Si tratta di una decisione importante e coraggiosa per il nostro Comune”, commenta la consigliera Piccone, “che va nella direzione di garantire dignità e giustizia sociale ai lavoratori, contrastando il fenomeno dei ‘lavoratori in condizione di povertà’ e allineando Alghero alle migliori pratiche europee in materia di tutela del lavoro”, come tanti altri comuni hanno fatto.
L’iniziativa, sostenuta da un ampio fronte di forze politiche, dalle forze progressiste a quelle moderate, testimonia la volontà dell’amministrazione comunale di farsi promotrice di politiche concrete per il contrasto alle disuguaglianze e per la promozione della giustizia sociale nel territorio.
Accade quindi che il Consiglio Comunale scelga di tutelare e difendere il lavoro, in assenza di concrete iniziative del Governo, cercando semplicemente di rispondere alle esigenze dei cittadini. La misura si inserisce nel solco della direttiva europea sul salario minimo e della recente sentenza della Cassazione (27711/2023) sul diritto costituzionale ad una retribuzione equa e dignitosa. Quindi amministratori locali e magistratura si sostituiscono di fatto al Governo.
È vero che il Movimento 5 Stelle, come il Partito Democratico e AVS hanno presentato una proposta di Legge a livello nazionale per introdurre “una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora”, raccogliendo oltre 300 mila firme, così come la Camera ha approvato una legge che di fatto affossa ufficialmente il salario minimo. Capiamo quindi la difesa d’ufficio delle scelte del Governo, quindi della Presidente di Fratelli d’Italia, adducendo addirittura danni alle imprese.
Ma sembra che gli unici non attenti al tema dell’equità del lavoro e della giustizia sociale siano proprio i partiti di destra.
La stessa Forza Italia citando la “retribuzione equa” è sensibile al tema, pur astenendosi nella votazione.
La campagna elettorale è finita, forse solo Fratelli d’Italia ancora non se ne accorto, continuando a propagandare le non scelte del Governo Meloni. Non scelte che ricadono appunto sulla collettività, rendendo doveroso per chi amministra, a livello locale, sopperire.