Finalmente i Consiglieri comunali di centro destra, dopo sei mesi di discussioni pubbliche, si sono degnati di proferire un verbo in difesa degli interessi del territorio (?) sulla vicenda Punta Giglio e della governance del Parco. Peccato che, ancora una volta, il loro pensiero non sia rivolto alla tutela del nostro patrimonio ambientale, bensì alla difesa per partito preso dei “gestori” a vario titolo del territorio.
Invitiamo la cittadinanza a rivedere le ultime assemblee del Parco per farsi un’idea della profonda e radicata coscienza ambientale (sic!) espressa dai vari componenti.
Ricordiamo ai cari colleghi che il giudizio sulle correttezza delle procedure spetta alla magistratura, già interessata sulla vicenda, e non a noi Consiglieri comunali.
Nel nostro ruolo abbiamo evidenziato una serie di criticità, facendoci portavoce nell’istituzione cittadina di un sentire popolare forte e determinato a difesa del territorio, ed abbiamo espresso un legittimo giudizio politico, altrettanto chiaro e determinato, contrario all’attuale visione “mercificatrice” del bene comune.
Quello che non ci è chiaro è quale sia l’idea politica del centro destra cittadino rispetto a questo progetto dove, da un lato, nel 2018, critica pubblicamente l’operato del sindaco in carica definendo “l’Amministrazione Bruno complice dello Stato, sottoscrivendo con esso un protocollo d’intesa che sostanzialmente avvalla la decisione dell’Agenzia del Demanio di concedere gratuitamente ai privati alcuni importati beni demaniali”. Oggi invece riesce ad essere all’unisono con gli avversari di quasi tutto il centrosinistra nel dichiarare la bontà di questa operazione finanziaria privatistica.
La richiesta delle nostre dimissioni, oltre ad essere ridicola, denota una scarsa considerazione dell’istituzione nella quale sono stati eletti per rappresentare i cittadini. Confondere il ruolo svolto e le prerogative di un membro eletto dalla collettività, con quelle di un consiglio di amministrazione nominato da pochi… è inquietante.