Il chiostro della Chiesa di San Francesco ad Alghero fa da sfondo al convegno “Insularità e diritto alla Mobilità”. In sala cittadini attenti e partecipi nell’ascoltare e dibattere sulle tesi proposte dai relatori al tavolo. Presente la deputata del Movimento Cinque Stelle Emanuela Corda, oltre numerosi portavoce del territorio provenienti da Sassari, Olbia, Sestu, Sanluri, da Porto Torres e in generale tutta la Sardegna, a testimonianza del pieno coinvolgimento di tutta l’Isola nella discussione. A presiedere il convegno il professor Michele Maria Comenale Pinto, ordinario di Diritto della Navigazione. Al tavolo con lui l’ingegner Giuseppe Daniele Carrabba, direttore centrale regolazione aerea Enac, il professor Carlo Marcetti, docente di Economia dei Trasporti, la ricercatrice in Geografia Economico-Politica Maria Veronica Camerada, Giovanni Pruneddu, assegnista di ricerca in Diritto della Navigazione e il parlamentare e portavoce sardo del Movimento Cinque Stelle Nicola Bianchi, parlamentare del Movimento Cinque Stelle e promotore del convegno.
Nicola Bianchi, parlamentare sardo del Movimento cinque Stelle, introduce i lavori: “Siamo sardi non dobbiamo mai stancarci di parlare di mobilità, insularità, trasporti. Tante le criticità, che ho sempre evidenziato in Commissione Trasporti: il Governo deve intervenire a soluzione del problema, perché il cittadino e il suo spostarsi per il territorio sono garantiti dalla Costituzione. Parliamone con esperti di livello nazionale e internazionali. Apriamo un dibattito a 360° sulla tematica. Che dire, siamo fortunatissimi, viviamo su un’Isola bellissima, i nostri trasporti sono all’avanguardia e oltre tecnologici, il costo del biglietto è un qualcosa che tutti si possono permettere, l’intermodalità funziona e le mete prefissate si raggiungono in tempi brevi. Mi sarebbe piaciuto fare questo discorso, ma la realtà è diversa, soprattutto in Sardegna, realtà isolata dalle molteplici complessità. Siamo spesso costretti a prendere una nave e fare il viaggio della fortuna, da e per l’Isola. C’è la forte criticità legata alle tasse aeroportuali: un euro di biglietto in partenza e poi a Fiumicino si aggiungono quasi 45 euro di tasse aeroportuali. Si deve garantire la totalità del movimento: dalla casa del cittadino alla sua destinazione: quella è continuità territoriale”.
Insularità e diritto alla mobilità: la continuità territoriale è rebus indistricabile. La buona politica e la ricerca di competitività e valorizzazione del territorio come motore per una nuova rinascita. Interventi a cura di relatori qualificati, un dibattito vivace e diversi momenti di pur positivo contraddittorio: la Sardegna, soprattutto il nord ovest isolano, ha bisogno di una scossa. Si deve ragionare su vettori, tariffe e servizi. Soluzioni difficili da trovare, strade complesse da seguire ma per non sparire, agonizzando è necessario rimboccarsi le maniche e operare per recuperare appeal, ed essere attrattivi. Tesi accademiche e tecnicismi, low cost si e low cost no, dati rilevati e proiezioni a lungo termine hanno tracciato un quadro generale ricco di particolarità ma di difficile lettura, fornendo però al cittadino elementi di discussione e ragionamento che riportano alla gente un argomento troppo spesso riservato al palazzo discusso – decisioni annesse – nelle segrete stanze. Posizioni e concetti a volte complementari, altre differenti: spunti che provano a offrire risposte, altri a scatenare domande.
Graziano Porcu, padrone di casa e portavoce del Movimento in Consiglio comunale di Alghero: “La continuità territoriale nasce per mettere a contatto territori disagiati, e mi spaventa pensare che la Sardegna possa essere considerata, ancora oggi, un territorio disagiato.
Purtroppo è mancato l’orgoglio, è mancata la politica, è mancata la capacità di far sì che i sardi fossero liberi. Comunità territoriale e finanziamenti UE: sappiamo quanti passeggeri si spostano dai nostri aeroporti, e sappiamo a quanto ammontano i finanziamenti per la CT, per questo è incredibile che non si sia mai pensato ad una linea aerea sarda sapendo che non ci sarebbe rischio di andare in perdita e che non si vivrebbe in ostaggio dell’assillo di creare utili. Una linea aerea che oggi, al contrario della Sardegna, è presente in Corsica: Air Corsica al 60% di proprietà della Collectivité Territoriale Corse che nel 2012 era la sesta compagnia aerea Francese. Per quanto riguarda le compagnie aeree Low Cost, fanno esattamente quello per cui sono state create: massimizzare gli utili. Le Low Cost sono figlie del più significativo sviluppo in materia di gestione dei trasporti, fondato nel lontano 1985 da Robert Crandall – ex presidente e CEO dell’American Airlines -, chiamato Yieald Management e basato su un unico concetto: vendere al cliente giusto al momento giusto al prezzo giusto. Oggi, le più grosse compagnie statunitensi stanno aprendo ad una classe ancora inferiore rispetto all’economy, in modo da contrastare proprio il mercato low cost. Ryanair, tempo fa, pur essendo a conoscenza del divieto, aveva lanciato l’idea di far volare le persone in piedi in modo da incrementare il numero di passeggeri e gli utili. Possibilità ovviamente non realizzabile, ma che parallelamente raggiungeva il secondo obiettivo prefissato dalla compagnia irlandese, anni luce avanti noi e l’Italia: far parlare di sé, mettere in campo funzionali strategie di Marketing. Noi invece non siamo in grado di far parlare di noi e della nostra ricchezza. Non sappiamo promuoverci. Perché non facciamo parlare della Sardegna? Noi oggi non esistiamo: dovremmo diventare un punto di riferimento, dovremmo promuovere quel che siamo, che abbiamo fatto, che sappiamo fare e invece – e così sarà sino a quando non saremo in grado di farlo – saremo schiavi di tutte le compagnie aeree che non venderanno una destinazione ma solo ed esclusivamente un biglietto al “cliente giusto, al momento giusto, al prezzo giusto”
Di seguito alcuni brevi e significativi estratti degli interventi curati dai relatori al tavolo. Professor Comenale Pinto: “Problematiche della Sardegna, certo, ma quelle del nord ovest sono molto più forti rispetto al complesso dell’Isola per questioni tecniche che portano le soluzioni ad essere più o meno efficaci. Vero è che serve una strategia marketing: perplessità sulla compagnia di volo sardo simili a quelle sulla flotta sarda occorre ragionare. Le conclusioni non vanno tratte in ambito universitario: noi possiamo dare dati”. Ingegner Giuseppe Carrabba: “Occorrerebbe una razionalizzazione dei collegamenti e rivisitazione legata all’impiego risorse. La Sardegna è in condizioni veramente…da Isola: valutazioni puntuali all’inizio dovrebbero essere fatte sulla necessità primaria e sulle risorse e soluzioni utilizzabili per soddisfarla”. Dottoressa Veronica Camerada: “Tutti devono prendersi le responsabilità del caso: non siamo competitivi, non siamo in grado di dare un’offerta integrata: bisogna lavorare, tanto sul territorio, per renderlo attraente e più competitivo. Siamo individualisti, non facciamo squadra, e questo ci penalizzerà con o senza Ryanair”. Professor Carlo Marcetti: “Il problema dell’insularità, per chi la soffre, è un problema di diritti. Il low cost può concorrere a risolvere parte del problema, ma non a risolverlo del tutto. Gli interventi da porre in essere devono essere attuati per migliorare situazioni specifiche. La continuità territoriale non è un problema in assoluto, la continuità territoriale 2 andrebbe rivista”. Dottor Giovanni Pruneddu: “I Servizi previsti dal bando per la continuità territoriale: si potrebbero scorporare, erogati a prezzi calmierati con risparmio sul costo del biglietto. Non bisogna essere contro Ryanair a prescindere, ma occorre capire cosa si sta facendo per andare oltre Ryanair. Cercare altre soluzioni. Perché Olbia riesce ad attrarre nuove rotte, perché non lo fa anche Alghero”.
A seguire un lungo e partecipato dibattito, con voce della cittadinanza algherese, voci dall’intera Sardegna, voci appartenenti a rappresentanze sindacali e addetti ai lavori: espressioni differenti, posizioni differenti, critiche, propositive e a volte opposte. Un dibattito che non trova risposte certe, ma pone domande e lancia spunti di riflessione difficilmente ignorabili.