La sanità è un argomento spesso al centro di accese polemiche, di denunce e pesanti lamentele. Alle tante parole rassicuranti di un futuro migliore, ogni giorno ci scontriamo con liste d’attesa incredibilmente lunghe e con un servizio che, in alcuni casi, è addirittura peggiorato nel tempo.
Questa Giunta regionale, con l’assessore Arru, ha promosso la riorganizzazione della rete ospedaliera e un riordino del sistema sanitario regionale sicuramente necessario ma, evidentemente, mal calibrato nei tempi e nei modi.
Ad Alghero stiamo vivendo una situazione paradossale, abbiamo due strutture ospedaliere in perenne stato di ristrutturazione, con reparti che funzionano a mezzo servizio e macchinari inutilizzati per la carenza di personale. Ad esempio, abbiamo in atto lo spostamento del reparto di ortopedia dal “Marino” al “Civile”, peccato che le sale operatorie del “Civile” non siano a norma per gli interventi che necessitano esami con i raggi e, addirittura, gli ascensori non sono adeguati per ospitare le barelle di ortopedia. Nel mentre il reparto, ancora al “Marino”, è praticamente “congelato” in uno stato di semi servizio.
Un discorso a se merita il Centro di Salute Mentale, assolutamente destrutturato e privo del personale minimo, previsto dalla legge, e necessario per garantire il servizio.
A fronte di questa situazione drammatica, come ci viene raccontata quotidianamente dai cittadini infuriati ed esasperati per un servizio sanitario tanto costoso quanto inefficiente, la politica cittadina cosa fa?
Due settimane fa la quinta commissione consiliare si è riunita per affrontare il problema, sono emerse le tante criticità con diversi livelli di approfondimento. Il Sindaco ci ha addirittura edotti sul fatto che il riordino della rete ospedaliera non abbia ricevuto il via libera dal Ministero e con essa gli agognati 250 milioni di euro che avrebbe dovuto portare nelle casse regionali, tra l’altro necessari per costruire nuove strutture, vedi il decantato nuovo ospedale di Alghero.
Tutti, con il presidente della commissione Nonne in testa, eravamo concordi sul denunciare in maniera dura e decisa questo stato di cose nei confronti della Regione. Avremmo dovuto stilare un documento, oltre a concordare anche altre forme di protesta per pretendere quel diritto alla salute previsto dalla nostra Costituzione e per il quale sborsiamo una marea di soldi. Bene, sono passate due settimane e, nonostante la buona volontà del presidente Nonne, nulla è successo.
A questo punto possiamo solo augurarci che i politici riprendano a fare politica, adoperandosi per tutelare i diritti dei cittadini, in particolare dei più deboli, invece di continuare a concentrarsi solo ed esclusivamente sulle solite operazioni di marketing che, ribadiscono in maniera inequivocabile, quanto dimostrato da questa amministrazione negli ultimi quattro anni, dove al fare e dunque l’essere si è sempre privilegiato il solo apparire.