Nelle ultime settimane è balzata all’attenzione della cronaca la notizia dell’installazione, nella rada di Alghero, di due nuovi impianti di acquacoltura che vanno ad aggiungersi a quello già esistente da diversi anni.
Gli impianti in oggetto hanno seguito una lunga trafila burocratica, composta da pareri favorevoli e nulla osta espressi dai vari enti competenti, ovvero il dovuto iter amministrativo necessario ad ottenere la concessione demaniale marittima rilasciata dall’amministrazione regionale.
L’attenzione dei media ha generato un dibattito nell’opinione pubblica principalmente su due aspetti: l’impatto ambientale e la pubblica fruizione delle acque del golfo algherese.
Se a riguardo del primo aspetto, ovvero l’impatto sull’ambiente marino, gli enti competenti hanno rilasciato le necessarie autorizzazioni, a livello cittadino vogliamo porre l’attenzione sul secondo aspetto, ovvero sulla pubblica fruizione, il transito dei natanti e la possibilità di effettuare attività sportiva nelle acque del golfo.
A fronte delle autorizzazioni rilasciate, non risulta che il Comune di Alghero abbia avuto alcun ruolo di pianificazione e programmazione degli interventi proposti.
Il ruolo del Comune non è affatto secondario, come affermato anche dalla sentenza del Tar Sardegna N. 736/2013, in quanto “portatore di un interesse qualificato… alla partecipazione al procedimento amministrativo finalizzato alla individuazione di un’area marina per la realizzazione di un impianto” di acquacoltura, “attese le inevitabili implicazioni che tale qualificazione comporta sia nell’esercizio delle sue prerogative di carattere urbanistico che, più in generale, nella gestione e nell’utilizzo del territorio, e in particolare della fascia costiera.”.
Vista la delibera della RAS n. 3/26 del 22.01.2020 relativa alla predisposizione del “Piano regionale per le zone allocate per l’acquacoltura (AZA) a mare e per l’acquacoltura nelle acque interne”, al fine di evitare che il golfo di Alghero diventi area interdetta alla navigazione “a macchia di leopardo”, con ripercussioni negative in termini di fruizione turistica e sportiva, nonché per il semplice transito dei natanti, sarebbe opportuno che tale Piano venga redatto in accordo con la RAS in modo da programmare e pianificare le attività di acquacoltura garantendo contestualmente l’interesse pubblico, la tutela dell’ambiente e la certezza del diritto per gli operatori economici.
Per questo motivo, come gruppi consiliari del Movimento 5 stelle e di Sinistra in Comune, abbiamo presentato un ordine del giorno per discutere in Consiglio comunale quale ruolo l’amministrazione comunale voglia assumere nella gestione, nella programmazione e pianificazione nel mare di Alghero.