Il Movimento 5 Stelle di Alghero, coerentemente con altre realtà, sia comunali che regionali e grazie al supporto dei gruppi legislativi Parlamentari, ha presentato un O.d.G. per impegnare il Sindaco di Alghero ad interrogare il Presidente della Regione. Ci si chiede perchè l’ Egregio e Chiar.mo Professore Francesco Pigliaru, abbia rinunciato ad esercitare le sue prerogative di Presidente della RAS, in materia di riparto di competenza legislativa concorrente Stato-Regione, non avendo promosso la questione di legittimità costituzionale, avente ad oggetto la legge statale n.107 del 2015, cosidetta della “Buona Scuola”.
Il Governatore del Veneto e persino quello della Puglia (del PD) affidano alla propria avvocatura un ricorso alla Corte Costituzionale, per opporsi all’esproprio di competenza legislativa, in materia di offerta formativa di istruzione e formazione, condotto ai danni della Regione che hanno l’onore e l’onere di rappresentare. Viceversa il Professor Pigliaru ignora gli appelli delle Comunità e della Senatrice sarda del Movimento 5 Stelle ed abdica alle prerogative della sovranità regionale.
Non si tratta, purtroppo, soltanto di non sapere o di non volere distinguere una “Buona Scuola” da una “Buona Sola”. C’è qualcosa di più profondo: è il mero ossequio ai diktat del “potere romano”, sia pur nel miglior solco della tradizione delle classi politiche isolane; è una imbarazzante mortificazione del principio della “leale collaborazione”, della lettera e dello spirito della Carta Costituzionale e dello Statuto Speciale, della dignità del “popolo sardo”.
E’ il rinnovarsi di una triste tradizione che ci ha visto, nel passato e nel presente, tra l’altro: scopiazzare i discorsi di insediamento; accollare i rifiuti campani e le servitù militari; espropriare dei collegamenti marittimi e delle risorse dei sottosuoli , sia terrestri che marini. La dignità e l’autonomia per i cittadini sardi ha un valore grande ed è un grande valore. Professore Pigliaru, torni presto ad insegnare e stia sereno, perchè è in arrivo la “Buona Università”, augurandoLe di non confonderla con l’ “Università Buona”.