“Lo scorso febbraio [link] avevamo definito il porto di Alghero come una barca a vela bloccata in mezzo al mare dalla bonaccia, con la Regione Sardegna incapace di soffiare via preoccupazioni e problematiche legate alla gestione della struttura e tutte le implicazioni del caso” affermano Graziano Porcu e Roberto Ferrara, portavoce del Movimento Cinque Stelle in Consiglio comunale. Non è più possibile assistere inermi allo svilupparsi di una situazione di NON gestione e incuria diventata insostenibile, situazione in cui il garantire un minimo di decoro è affidato alla libera iniziativa di qualche cittadino o utente appassionato.
“C’erano due proposte a riguardo depositate da privati, ma con delibera numero 23/16 del 9 maggio – in stratosferico ritardo – la Giunta regionale ha stoppato il discorso per assenza di interesse pubblico delle iniziative così formulate, così si legge nelle tre pagine del documento. In attesa di maggiori elementi evitiamo al momento ogni tipo di valutazione sulla decisione. Ma, per evitare l’ennesimo naufragio, è assolutamente necessario che la Regione Sardegna non si dimentichi del porto di Alghero”.
Nei giorni scorsi il Sindaco Mario Bruno ha esposto la sua visione in Consiglio comunale, affermando che in considerazione della situazione avrebbe proposto la realizzazione del cosiddetto “Piano del Porto”, restando però vago sul futuro post scadenza delle concessioni in essere. “Attenzione, perchè Il 2020 è..domani: certi processi hanno necessità di tempo per essere elaborati, condivisi e approvati. Perciò è fondamentale battersi perché la Regioni si muova subito – dicono Ferrara e Porcu -. Le opzioni dovrebbero essere sostanzialmente due: gestione pubblica, con conseguente impiego di finanziamenti regionali per la realizzazione delle opere infrastrutturali; project financing con capitale privato che necessita, però, di un preventivo studio di fattibilità redatto dalla Regione da mettere a base di gara, come previsto dall’articolo 183 del decreto legislativo numero 50 del 2016. Quel che occorre, al più presto, è un progetto concreto per la gestione e il rilancio del porto algherese”.
Un passo indietro per inquadrare la situazione. Il porto di Alghero è palesemente una infrastruttura strategica, al pari dell’aeroporto. Paradossalmente entrambe vivono sotto scacco, a causa di un gravissimo e consueto immobilismo regionale, impossibilitate ad essere ciò per cui sono state progettate e costruite: vie di accesso, di scambio, viatico ai processi economici. Il perché è da ricercare nella gestione politica, partitica e, talvolta, amicale. A pagare, come sempre accade, è la collettività, con l’aggravante del danno di immagine dato dall’incuria e dalla scarsa efficienza.
Nel 2015 la Regione sembrava finalmente essere in grado di risolvere il rebus della gestione del porto. I progetti vengono presentati a Cagliari, in via Roma. In maggio il Gruppo Marinedi (1600 posti barca, 400 occupati e un project financing da 25/30milioni di euro) e il Consorzio del Porto con un suo progetto alternativo, si fanno avanti con le rispettive proposte. Quasi profetico il commento del Movimento Cinque Stelle Alghero a riguardo: “Non ci schieriamo con l’una o l’altra proposta, attendiamo invece che la Regione applichi l’una o l’altra o che le bocci entrambe, perché solo così si potrà procedere e attuare un programma oppure valutare altre soluzioni funzionali al raggiungimento dell’obiettivo ultimo, una dignitosa gestione del porto”.