Nuovo campo da calcio in sintetico negli spazi del “Pino Cuccureddu”, il Movimento Cinque Stelle di Alghero lo ha detto e lo ha ribadito in Consiglio: basta evoluzioni circensi per provare a giustificare l’intervento! Lo sport, la pratica sportiva, le politiche sociali, l’interesse pubblico e la comunità non sono un circo. I portavoce del Movimento in Consiglio comunale avevano già espresso tutte le loro perplessità riguardo l’intervento programmato con delibera di Giunta del 27 ottobre e il mutuo da 450 mila euro da utilizzare per rifare ex novo un campo da calcio all’interno di una struttura di fatto né interamente di gestione pubblica né funzionalmente condivisa. Un intervento sbagliato nella forma e nella sostanza, per come è configurato e per la situazione in cui è inquadrato.
Sulla delibera è scritto che “…la struttura versa in casa manutenzione e degrado…” con a seguire altre affermazioni negative riferibili all’impianto con pesante critica alla società che ha lo stesso in concessione. E ancora “…l’impianto sarà reso disponibile a tutte le società…”. Una mela avvelenata consegnata dall’Amministrazione direttamente alla società concessionaria della struttura: per la connotazione negativa del testo e perché la fruizione collettiva contrasta con la concessione stabilita tramite contratto e prorogata sino al 2026. Domanda: da dove arriveranno i 450 mila euro? Dal credito sportivo – dicono – ma nei moduli di accesso allo stesso si legge esplicitamente che l’accesso non è possibile nel caso in cui una struttura sia data in concessione (“libera… da gravami di sorta”). Un meccanismo perverso quello che si innesca, che porta alla competizione extra calcistica fra le società sportive, abituate (forse, purtroppo) ad un sistema che in tema di finanziamenti, distribuiva prima all’una e poi all’altra. Sistema da estirpare, che non solo non può essere giustificazione – la dichiarata “continuità amministrativa” – ma dovrebbe fungere da spinta al repentino cambiamento, alla cancellazione di esempi negativi.
Al Movimento Cinque Stelle interessa cambiare, interessa l’interesse pubblico, interessa vederlo prevalere su altre logiche. E non è così al momento. In Commissione si è parlato di modifica del regolamento d’uso delle strutture date in concessione. Si cambiano quindi le carte in tavola non in partenza, ma in vista di un futuro prossimo più o meno indeterminabile. No! Prima si mettono a posto le carte, dopo si accendono i mutui. Prima si stabiliscono le regole del gioco, poi si inizia la partita. Non è una questione di buone intenzioni ma di atti, e approvare un atto di cui si è responsabili è un momento importante: il Movimento non è minimamente certo che tutto si stia svolgendo nel modo legittimo. A tal proposito l’Amministrazione comunale ha risposto con l’assessore competente in materia Antonello Usai e il sindaco Mario Bruno. Hanno parlato di facili strumentalizzazioni e di atti/interventi destinati al bene dello sport e della comunità, di un processo che è solo all’inizio, della conferma che l’impianto sarà fruibile da tutti e non solo da quella società che ha investito non pochi soldi per realizzare le strutture di supporto gestite, dobbiamo dire, in maniera egregia. Sono state citate sentenze della Cassazione e la legge 282/2002, di interventi futuri da distribuire sull’intero poco di impianti sportivi e di spazi adeguati alle esigenze e alle norme, messi in sicurezza da consegnare ai giovani. Hanno detto che avrebbero incontrato (adesso ci sembra troppo tardi) i rappresentanti delle varie società calcistiche cittadine, il primo cittadino algherese ha affermato che “Sarà avviato percorso di pianificazione sul campo Pino Cuccureddu. Verificata la disponibilità delle risorse, la disponibilità reale di accesso ai mutui, si ragionerà su ulteriori interventi, vedi sintetico al Carmine […] Non stiamo facendo un regalo al Cagliari, non si curano interessi personali: si fa un intervento che tiene anche conto della disponibilità del Cagliari calcio che ha scelto Alghero come punto di riferimento”.
La risposta del Movimento Cinque Stelle Alghero, ancora una volta, lascia poco spazio all’immaginazione, e alle evoluzioni sul trapezio della politica delle buone intenzioni. Si è parlato di inizio di un percorso, ma l’importante sarebbe capire come si ha intenzione di proseguire, soprattutto alla luce del punto di partenza. Le società sportive si sarebbero dovute incontrare prima di accendere un mutuo, spiegando loro quali erano le idee e il piano di sviluppo in materia di sport in città. Il tutto a maggior ragione in considerazione del fatto che, recentemente, il Comune ha pubblicato un bando utile all’assegnazione in concessione di tutte le strutture, ivi compreso il campo Pino Cuccureddu. Importante è poi sottolineare che gli interventi di manutenzione straordinaria sono in capo al proprietario della struttura – il Comune – ma che ad oggi sono stati quasi sempre a carico della società concessionaria, vedi il caso di inabilità degli spogliatoi in occasione di una partita. Ma cosa più importante di tutte: realizzare un campo in erba sintetica ex novo non è un intervento di manutenzione straordinaria. Siamo al paradosso: o il campo non sarà fruibile per tutti e, come detto dall’assessore Usai, la società farà un investimento importante per completare l’intervento con opere di illuminazione, irrigazione, recinzioni e tribune. O sarà invece fruibile per tutte le società sportive, con l’attuale concessionaria che farà un’opera di bene per l’intera collettività donando a tutti, a proprie spese, la struttura completa. Che succede allora? La società detentrice della concessione sarà espropriata della concessione stessa per l’effettuazione di un intervento di pubblica utilità cui contribuirà con le sue ingenti risorse?
Il modello proposto dall’Amministrazione comunale non si regge, manca qualche passaggio. I contratti vanno rispettati, oppure la concessione verrà ripresa in mano, cambierà e l’uso sarà aperto a tutti? Non c’è logica. Non basta il sostenere che alla base di tutto ci sia un intento bellissimo e meritevole, dato che non può trasformarsi in realtà. C’è una società che ha fatto degli investimenti sulla struttura e non può essere sottoposta a regolamentazioni limitative dell’utilizzo del bene di cui era concessionaria: questo è lo stato dei fatti, al di là di qualunque evoluzione circense d’aula consiliare.